La zia Cia lo aspettava ogni pomeriggio per una tazza di caffè macinato fresco. Lui le portava un vassoio di dolcetti di pasta di mandorla e i fichi secchi con dentro una mandorla tostata. Si accomodava sulla poltrona nel soggiorno mentre lei si affacendava in cucina.
Non era il suo tipo. Diceva la zia. Troppo affidabile e puntuale.
Lei aspettava il suo bell'Antonio. Che inesorabile come un temporale di fine estate per lei lasciò moglie e quattro figli. Lo aveva atteso tutta la vita, con un paio di forbici ed un ago in mano. L'amore si cuce addosso. Le grinze le porta il vento.
lunedì 22 maggio 2017
lunedì 8 maggio 2017
Strani giorni
Oggi pensavo a quanto diventare donna significhi scendere dai tacchi e provare a trovare le note giuste in mezzo a tanti tasti da sfiorare.
Voglio sentire il freddo e il caldo, la morbidezza e le asperità, la dolcezza e la durezza, gli spigoli e le rotondità, voglio essere concava e convessa, accogliente e respingente, donna e bambina.
Mi metto in punta di piedi.
Guardando al di là del muro potrò dire di essere diventata grande.
Voglio sentire il freddo e il caldo, la morbidezza e le asperità, la dolcezza e la durezza, gli spigoli e le rotondità, voglio essere concava e convessa, accogliente e respingente, donna e bambina.
Mi metto in punta di piedi.
Guardando al di là del muro potrò dire di essere diventata grande.
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