sabato 7 ottobre 2017

L'abbraccio dimenticato

Io respiravo la tua aria e sapevi di burro e di zucchero. Le tue mani mi lavavano il viso piccolo con acqua tiepida e carezze cremose.
Avevo due, tre poi quattro anni e vorrei poter avere quel fazzoletto ricamato che nascondevi nella tasca della giacca blu tessuta a mano dalla magliaia del piano di sotto. La signorina Pellegrino. Ricordo il rumore di notte della macchina da maglieria che andava su e giù con ritmo incessante.
E poi quel pianto nascosto che facevi solo davanti a me mentre giocavo con il medaglione che portavi al collo.
- Nonna chi è questa bambina vestita da sposa?
- La zia Cecchina
E le lacrime ti solcavano il volto di pasta di mandorla senza sciogliere quel meraviglioso sorriso con il tuo rouge lancôme.

Ciao nonna.
Ciao Concettina. Non è stata colpa tua.