Era interamente in pizzo l'abito, ricamato e con uno scollo a cuore. Sembrava una bambola di quelle che si mettono sui letti in certe case, in alcuni luoghi.
Fece un'infinità di prove davanti a quello specchio che le restituiva una piccola che stava per diventare la sua diletta. Ma di chi? Per chi? Lui l'amava ma amava l'immagine di sè con lei accanto. L'amore è un'altra cosa. È non vedere se stessi ma solo l'altro. Mischiare capelli, liquidi, materia, sostanza, anima.
Le scarpe. Ah si. Le scarpe.
Certi dettagli aiutano a non pensare. La regina madre le aveva ordinate su misura per la nuora, insieme alle sue. Tacco comodo, non troppo alto che fa volgare. Eppure lei le avrebbe sapute portare. Aveva preso un metro di pizzo in più per farle rivestire. Ton sur ton. Vestito e scarpe. Come al solito lei non aveva avuto la forza di opporsi. Sorrideva a tutti, gentile con tutti.
Arrivò in chiesa da sola con suo padre. Puoi camminare? Le aveva chiesto.
Vorrei rispondergli oggi.
No papà.
venerdì 24 marzo 2017
martedì 21 marzo 2017
Firenze lo sai
martedì 14 marzo 2017
Stivali rossi
Li avevo visti in vetrina più o meno a metà novembre, eppure per il compleanno del 27 non erano arrivati. Rimasi fiduciosa. C'era ancora Natale. Tutto arriva per chi sa attendere... diceva mia nonna.
Correva l'anno 1983.
Non ricordo esattamente il giorno, ma un pomeriggio piovoso ero sola in casa a fare i compiti, mamma era uscita a fare la spesa.
Entrai nella sua camera da letto immensa e decisi di dare una sbirciatina dietro la tenda. Vidi una scatola dall'aspetto inequivocabile. Erano i miei amati stivali rossi! Tolsi la velina lentamente e li indossai. Erano magnifici.
Il tempo di una piroetta e li rimisi nella scatola.
Quel Natale la mia meraviglia fu esagerata.
Correva l'anno 1983.
Non ricordo esattamente il giorno, ma un pomeriggio piovoso ero sola in casa a fare i compiti, mamma era uscita a fare la spesa.
Entrai nella sua camera da letto immensa e decisi di dare una sbirciatina dietro la tenda. Vidi una scatola dall'aspetto inequivocabile. Erano i miei amati stivali rossi! Tolsi la velina lentamente e li indossai. Erano magnifici.
Il tempo di una piroetta e li rimisi nella scatola.
Quel Natale la mia meraviglia fu esagerata.
domenica 12 marzo 2017
Klaus, il primo nibelungo
Disegnava scarpe nel salone di casa. La mattina io mi affacciavo con la cartella sulle spalle e lo guardavo circondato dai suoi bozzetti sul tavolo di cristallo e acciaio anni '70.
Mamma a pranzo cucinava anche per lui, pasta fatta in casa e polpette.
Io mi incantavo a guardarlo, ferma, in silenzio. Sapevo che di lì a poco papà avrebbe preparato gli inviti per i suoi clienti per la fiera e io ero l'addetta che appiccicava i francobolli sulle buste.
Mi sentivo fiera, profumo di pelle, un tedesco alto e biondo in casa, papà che scriveva a mano gli indirizzi sulle buste. Ero parte di un progetto di vita e d'amore.
Mamma a pranzo cucinava anche per lui, pasta fatta in casa e polpette.
Io mi incantavo a guardarlo, ferma, in silenzio. Sapevo che di lì a poco papà avrebbe preparato gli inviti per i suoi clienti per la fiera e io ero l'addetta che appiccicava i francobolli sulle buste.
Mi sentivo fiera, profumo di pelle, un tedesco alto e biondo in casa, papà che scriveva a mano gli indirizzi sulle buste. Ero parte di un progetto di vita e d'amore.
lunedì 6 marzo 2017
Profumo di pelle
Se chiudo gli occhi sento ancora il profumo...delle mazzette di pelle. Le sfioravo, accarezzavo, aspiravo quell'odore di colla e additivi vari della pelle conciata...vitello spazzolato, nappa, cervo.
Le scarpe nascevano in un salone anni settanta mezzo vuoto, con la culla che era la fortezza dei giochi con mia sorella e un giradischi che suonava Lucio Battisti.
Conservo qualche mazzetta e pezzi di pellame in una busta che non ho il coraggio di aprire. È presenza di te, papà.
Le scarpe nascevano in un salone anni settanta mezzo vuoto, con la culla che era la fortezza dei giochi con mia sorella e un giradischi che suonava Lucio Battisti.
Conservo qualche mazzetta e pezzi di pellame in una busta che non ho il coraggio di aprire. È presenza di te, papà.
giovedì 2 marzo 2017
Vestivamo Blumarine
Erano gli anni ' 80, gli armadi si riempivano di capi nuovi ad ogni stagione. Papà faceva la sua fiera a Riva del Garda e tornava a casa con grandi buste colme di maglieria, vestiti, capi originalissimi e griffati. Erano lontani gli anni dei calzettoni traforati, eravamo ufficialmente nella stagione del benessere ostentato. Di quegli anni ricordo l'immensa solitudine costellata di strass e perline ricamate ovunque.
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